Nel 1720, dopo la guerra di successione spagnola, in forza del trattato di Londra del 1718 e di quello dell’Aia del 1720, il Regno di Sardegna passรฒ in mano al Ducato di ๐๐๐ซ๐ค๐๐.
Fin dai primi anni della loro presenza sull’isola sappiamo che la ๐ฝ๐ฟ๐ผ๐ฑ๐๐๐ถ๐ผ๐ป๐ฒ ๐ฑ๐ฒ๐น ๐๐ฎ๐น๐ฒ ๐ณ๐ ๐๐ป๐ฎ ๐ฑ๐ฒ๐น๐น๐ฒ ๐ฝ๐ฟ๐ถ๐ป๐ฐ๐ถ๐ฝ๐ฎ๐น๐ถ ๐ณ๐ผ๐ป๐๐ถ ๐ฑ๐ถ ๐ฟ๐ฒ๐ฑ๐ฑ๐ถ๐๐ผ ๐ฑ๐ฒ๐น ๐ฅ๐ฒ๐ด๐ป๐ผ ๐ฑ๐ถ ๐ฆ๐ฎ๐ฟ๐ฑ๐ฒ๐ด๐ป๐ฎย e le sue saline erano dislocate in diversi punti del suo territorio (Cagliari, la Maddalena, Orri, Capo Teulada, Oristano, Sassari, Terranova- ๐๐๐๐ ๐๐๐๐๐- ecc.).
Si trattava di saline d’antico regime, coltivate usando il ๐น๐ฎ๐๐ผ๐ฟ๐ผ ๐ณ๐ผ๐ฟ๐๐ฎ๐๐ผย delle popolazioni dei villaggi circostanti, il cui prodotto era destinato a soddisfare le necessitร della popolazione e, in caso di eccedenze, all’esportazione.
I Savoia scelsero di adottare una ๐ฉ๐จ๐ฅ๐ข๐ญ๐ข๐๐ ๐๐ข๐๐๐๐ซ๐๐ง๐ญ๐ per la loro gestione: lasciarono agli uomini d’affari gli appalti delle Saline piรน distanti, come quelle di Sassari e Oristano e scelsero di gestire in economia le saline di Cagliari, che fin dall’origine erano le piรน ๐ซ๐๐๐๐ข๐ญ๐ข๐ณ๐ข๐ย data l’ottima condizione ambientale e la facile gestione dal centro.
รนProprio nelle Saline di Cagliari, fin dalla presa di possesso dell’Isola, la reale Azienda si impegnรฒ anche nel promuovere l’esportazione del sale, secondo le istruzioni date da ๐๐ข๐ญ๐ญ๐จ๐ซ๐ข๐จ ๐๐ฆ๐๐๐๐จ ๐๐ al vicerรฉ ๐๐๐ข๐ง๐ญ ๐๐๐ฆ๐ฒ (vi ricorda qualcosa questo nome?) “poichรฉ ๐๐ ๐๐๐๐๐๐๐ ๐๐๐ข๐ก๐ก๐ ๐๐๐๐๐ ๐๐๐๐๐๐ ๐๐๐๐๐๐๐ ๐๐๐๐๐ ๐ ๐๐๐๐ก๐๐๐๐๐ก๐ ๐๐ ๐ก๐๐๐๐ ๐๐ก, ๐๐ฃ๐ ๐๐ข๐๐ ๐ก๐ ๐๐๐ก๐๐ ๐ ๐ ๐๐ ๐ ๐๐๐ข๐๐๐๐ ๐ ๐๐๐๐๐๐๐ ๐ข๐ ๐ข๐ก๐๐๐ ๐๐๐๐ ๐๐๐๐๐๐๐๐๐”.
๐๐ ๐๐๐ฅ๐ข๐ง๐ ๐๐ข ๐๐๐ ๐ฅ๐ข๐๐ซ๐ข si espanse ed aumentรฒ notevolmente la sua produzione tanto da venire citata in diverse fonti settecentesche che descrivono l’afflusso di bastimenti stranieri – si legge infatti: “๐ฟ๐ ๐๐๐๐๐๐ ๐๐ ๐๐ข๐๐๐ ๐๐ ๐๐๐๐๐ ๐๐๐ก๐๐๐๐๐๐๐ ๐๐๐๐๐ฃ๐ ๐๐ ๐๐๐๐๐๐๐ ๐๐๐๐๐๐ก๐ก๐ ๐ ๐๐ ๐๐ข๐๐๐๐ ๐๐ ๐ถ๐๐๐๐๐๐๐, ๐๐ ๐๐ข๐๐๐ ๐๐๐๐ก๐ ๐ ๐ ๐๐ ๐๐ ๐๐๐ ๐ ๐๐๐ ๐ ๐ก๐๐๐๐ ๐๐๐๐๐ ๐๐๐ ๐๐ ๐๐ก๐๐ก๐ ๐๐ ๐. ๐. ๐ ๐๐๐ ๐๐ ๐ ๐๐๐๐ก๐๐๐๐๐ก๐ ๐๐ข๐๐ ๐โ๐ ๐ ๐ ๐๐ ๐ร ๐๐ ๐๐ข๐๐๐๐ ๐, ๐ท๐๐๐๐ ๐ ๐๐ ๐๐๐๐๐๐๐๐ ๐, ๐๐ ๐๐ ๐๐๐ขฬ ๐๐ ๐๐๐๐๐”.
Venne calcolato che negli anni dal 1743 al 1755 siano stati esportati verso la Sveziaย 271.421 salme di sale (una salma equivaleva a 238 kg), verso l’Inghilterraย 47.582, in Olandaย 22.220, verso altre nazioni 14.235 e in Piemonte 42.184, per un totale di sale esportato di 397.642 salme di sale.
La Svezia, in qualitร di principale acquirente, intereferรฌ sempre piรน pesantementeย nelle scelte dell’amministrazione e molte migliorie furono realizzate dietro pressione del suo stesso console, tanto da chiedere nel 1774, quando le esportazioni raggiunsero l’apice, ๐ข๐ฅ ๐๐จ๐ง๐ญ๐ซ๐จ๐ฅ๐ฅ๐จ ๐๐๐ฅ๐ฅ๐ ๐ฌ๐๐ฅ๐ข๐ง๐ al vicerรฉ La Marmora, il quale rifiutรฒ assieme alla Giunta dell’epoca.
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